domenica 28 aprile 2013

Le Jeffrey Campbell che non t'aspetti


occhiali da sole And Others Stories camicia in denim no brand gonna HeM borsa Stella Rittwagen 
scarpe Jeffrey Cambpell 



Quante migliaia di ragazze possiedono un paio di Jeffrey Campbell Lita? Confesso che anch'io ho avuto per un pò la fissa per questi stivaletti altissimi, ma, ahimè, assai poco eleganti. Il plateu interno, necessario visto il tacco di 12 cm, e la punta bombata le rendono comode ma l'effetto visivo è davvero un pò pesantuccio. Su alcune ragazze questa calzatura estrema fa un effetto molto stiloso e ben proporzionato, ma su di me, stacco di gamba di un quarto di centimetro o meno, sembrano più scarpe ortopediche con un tacco vertiginoso. Ecco perchè vi ho rinunciato, non mi stavano bene per niente.

Jeffrey Campbell, però non è solo Lita. Ci sono davvero tantissimi modelli delle mitiche JC e io ne scelto un paio totalmente in corda, con le stringhe e la super zeppa. La corda colorata e intrecciata della tomaia mi ha spinto a sceglierle, la comodità della camminata me le ha fatte comprare al volo.
Era da un pò che aspettavo il sole per indossarle, e nell'unico giorno di Primavera che ci ha concesso prima di ripiombare in una specie di autunno piovoso ritardato, ho scattato qualche foto. Eccole qui.

Jeffrey Campbell modello Lita






mercoledì 17 aprile 2013

L'Hipsteritudine del Fuorisalone



Come ogni anno, orde di hipster metropolitani, e non, hanno invaso Milano. Trattasi di fashion week? Noooo, di design week, o per chi come me odia l'anglofonia imperante, tempo di Salone del Mobile, meglio ancora, di Fuorisalone. Le strade della città sono state di nuovo intasate da creatività artigianale, da mobili eco futuristici, da sedie e poltrone appese agli edifici, da soluzioni d'arredo compatibili per l'ambiente ma a volte incompatibili con l'essere umano. Idee innovative che comunque fanno riflettere anche se non sempre si capiscono al 100%. 
Io anche quest'anno ci ho provato col Fuorisalone, ho davvero tentato di godermelo come la maggior parte delle persone che lo bazzicano, ma ahimè io la zona via Tortona-via Savona-Porta Genova la preferisco in tutti gli altri momenti dell'anno che non siano la settimana del Fuorisalone. Per fortuna le installazioni presso l'Università Statale sono sempre affascinanti e d'effetto, e quelle sì, devo dirlo, me le sono proprio godute. Ecco perchè le foto ritraggano solo queste ultime. 

Adesso che la settimana del Fuorisalone si è conclusa da qualche giorno, posso pensare a mente lucida sul perché io e  il Fuorisalone non andiamo d'accordo. Eccovi dunque le mie ragioni per cui io al Fuorisalone non ce la faccio proprio.

Sicuramente una prima ragione è l'Hipsteritudine imperante. Come se già ce ne fossero pochi in giro, durante il Fuorisalone la città di Milano diventa il palcoscenico preferito dell'hipster o sedicente tale. Sì, perchè tutti si travestono da hipster, maschio o femmina, vecchio o giovane, etero o gay, e se nella vita di tutti i giorni sei un tipo da giacca e cravatta o da mini in denim e unghie al gel, per una settimana ti hipsterizzi, punto. Va da sé che c'è un'invasione di jeans attilitassimi strizzapacco, solo se sei maschio eh, e lunghezza ben al di sopra della caviglia. Risvoltati ad arte, ovviamente. Ma non glielo ha detto nessuno che i pantaloni risvoltati non vanno più di moda? Comunque sia, per apparire hipster questo non basta. Di solito te ne vai in giro ben rasato? Se vuoi essere hipster barba e baffetti ce li devi avere, danno quell'aria da artista-incompreso-trasandato che è l'anima di ogni buon hipster che si rispetti. Se poi hai degli occhialoni neri senza lenti sei a cavallo, anche se lo stile nerd è un pò passato, ma pazienza. 
Che tu sai uomo o donna, per sembrare hipster, è tutta apparenza, sia chiaro, devi avere l'accessorio giusto, che non può che essere una bella bicicletta, fissa possibilmente. Devi volteggiare sulla tua bici per le vie della città come se non ti fossi mai mosso con altro mezzo di locomozione e i pedali non siano nient'altro che un naturale prolungamento dei tuoi arti. La bici è eco, green e sostenibile, tutte cose che fanno andare gli hipster in brodo di giuggiole. In più fa figo, e che vuoi di più? 

Altra ragione sono sicuramente gli ingorghi stradali tra pedoni. Ok, magari sono un pò misantropa, ma non ci si può mettere mezz'ora buona, se ti va bene, ad attraversare il ponte che collega Porta Genova con Via Tortona. Le immagini parlano chiaro, ed è per questo che io quest'anno me lo sono volentieri evitato. Ogni anno è la stessa storia, un fiume in piena attraversa l'unico accesso possibile alla famigerata via Tortona, di per sè luogo incantevole, ma che durante il Fuorisalone evito come se ci fosse la peste bubbonica, a meno che non  siano le 9 del mattino e di conseguenza poche anime in giro. 
La cosa che mi fa più imbestialire non è il fatto che le persone vengano a vedere le novità dell'arredo del futuro qui, ma che al 90% del design non glie ne importi un'accidente. Sono lì esclusivamente per scroccare a più non posso aperitivi, cocktail di presentazione, poi che cosa presentano non lo sanno nemmeno, buffet e focaccine varie. Io queste cose non le reggo, divento isterica e rischio di aggredire qualcuno, perciò le evito e basta. 

Comunque sia, il Fuorisalone ha anche molti lati postivi, il primo fra tutti è cercare di sensibilizzare le persone sull'importanza che ha il  nostro impatto sul pianeta e sui modi in cui potremmo ridurlo, anche arredando la nostra casa e i nostri spazi urbani in modo diverso, più funzionale e meno inquinante. 
Anche se a molti del design d'arredo non glie ne frega un'acca, sono convinta che, almeno per una sorta di osmosi, qualche messaggio positivo passi.  Spero che lo spirito hipster del Fuorisalone lasci in eredità almeno l'uso della bicicletta, ma con i freni, per favore! 













sul ponte per via Tortona

la fila per attraversare il ponte che collega Porta Genova con via Tortona

giovedì 11 aprile 2013

Scompigliata e arruffata

neon jumper tricot Kenzo shirt Kenzo jeans Element shoes Dr.Martens bag vintage sunglasses vintage 

Sapete quelle foto molto glamour con ragazze iper sexy, vento nei capelli e look stre-pi-to-so? Bene scordatevele. Io col vento proprio non ci vado d'accordo, i capelli mi diventano elettrici e si appiccicano alla testa effetto parrucchino-posticcio-appiccicaticcio. Le foto parlano da sole, ma per fortuna la mia faccia non è tanto importante quanto i vestiti, visti che qui è di vestiti che parliamo!

In quanto a vestiti, ho scelto uno stile molto comodo ma non scontato. il maglione tricot dal colore accecante si fa notare da solo e sarebbe già abbastanza, ma io ci ho voluto aggiungere la camicia stampa canestro verde e blu, tra le mie preferite. I jeans Element ce li ho da tempo immemorabile e non credo di disfarmene ancora per un bel po', sono elasticcizzati, traspiranti e mi vestono come una seconda pelle.
Le Dr.Martens bordeaux le desideravo da molto e finalmente sono arrivate a fare compagnia al resto della banda, si sono trovate subito a loro agio tra le Vans New Era by Kenzo e le creepers di OfficeShoes. Le strauserò perciò le vedrete tantissimo! Per finire, prima di uscire ho infilato tutto il necessario nella borsetta vintage di pelle marrone e ho inforcato gli occhiali azzurri da gatta. E via, sono  pronta per il sole e per affrontare il vento fastidioso. E' finita 1-0 per il vento...