mercoledì 17 aprile 2013

L'Hipsteritudine del Fuorisalone



Come ogni anno, orde di hipster metropolitani, e non, hanno invaso Milano. Trattasi di fashion week? Noooo, di design week, o per chi come me odia l'anglofonia imperante, tempo di Salone del Mobile, meglio ancora, di Fuorisalone. Le strade della città sono state di nuovo intasate da creatività artigianale, da mobili eco futuristici, da sedie e poltrone appese agli edifici, da soluzioni d'arredo compatibili per l'ambiente ma a volte incompatibili con l'essere umano. Idee innovative che comunque fanno riflettere anche se non sempre si capiscono al 100%. 
Io anche quest'anno ci ho provato col Fuorisalone, ho davvero tentato di godermelo come la maggior parte delle persone che lo bazzicano, ma ahimè io la zona via Tortona-via Savona-Porta Genova la preferisco in tutti gli altri momenti dell'anno che non siano la settimana del Fuorisalone. Per fortuna le installazioni presso l'Università Statale sono sempre affascinanti e d'effetto, e quelle sì, devo dirlo, me le sono proprio godute. Ecco perchè le foto ritraggano solo queste ultime. 

Adesso che la settimana del Fuorisalone si è conclusa da qualche giorno, posso pensare a mente lucida sul perché io e  il Fuorisalone non andiamo d'accordo. Eccovi dunque le mie ragioni per cui io al Fuorisalone non ce la faccio proprio.

Sicuramente una prima ragione è l'Hipsteritudine imperante. Come se già ce ne fossero pochi in giro, durante il Fuorisalone la città di Milano diventa il palcoscenico preferito dell'hipster o sedicente tale. Sì, perchè tutti si travestono da hipster, maschio o femmina, vecchio o giovane, etero o gay, e se nella vita di tutti i giorni sei un tipo da giacca e cravatta o da mini in denim e unghie al gel, per una settimana ti hipsterizzi, punto. Va da sé che c'è un'invasione di jeans attilitassimi strizzapacco, solo se sei maschio eh, e lunghezza ben al di sopra della caviglia. Risvoltati ad arte, ovviamente. Ma non glielo ha detto nessuno che i pantaloni risvoltati non vanno più di moda? Comunque sia, per apparire hipster questo non basta. Di solito te ne vai in giro ben rasato? Se vuoi essere hipster barba e baffetti ce li devi avere, danno quell'aria da artista-incompreso-trasandato che è l'anima di ogni buon hipster che si rispetti. Se poi hai degli occhialoni neri senza lenti sei a cavallo, anche se lo stile nerd è un pò passato, ma pazienza. 
Che tu sai uomo o donna, per sembrare hipster, è tutta apparenza, sia chiaro, devi avere l'accessorio giusto, che non può che essere una bella bicicletta, fissa possibilmente. Devi volteggiare sulla tua bici per le vie della città come se non ti fossi mai mosso con altro mezzo di locomozione e i pedali non siano nient'altro che un naturale prolungamento dei tuoi arti. La bici è eco, green e sostenibile, tutte cose che fanno andare gli hipster in brodo di giuggiole. In più fa figo, e che vuoi di più? 

Altra ragione sono sicuramente gli ingorghi stradali tra pedoni. Ok, magari sono un pò misantropa, ma non ci si può mettere mezz'ora buona, se ti va bene, ad attraversare il ponte che collega Porta Genova con Via Tortona. Le immagini parlano chiaro, ed è per questo che io quest'anno me lo sono volentieri evitato. Ogni anno è la stessa storia, un fiume in piena attraversa l'unico accesso possibile alla famigerata via Tortona, di per sè luogo incantevole, ma che durante il Fuorisalone evito come se ci fosse la peste bubbonica, a meno che non  siano le 9 del mattino e di conseguenza poche anime in giro. 
La cosa che mi fa più imbestialire non è il fatto che le persone vengano a vedere le novità dell'arredo del futuro qui, ma che al 90% del design non glie ne importi un'accidente. Sono lì esclusivamente per scroccare a più non posso aperitivi, cocktail di presentazione, poi che cosa presentano non lo sanno nemmeno, buffet e focaccine varie. Io queste cose non le reggo, divento isterica e rischio di aggredire qualcuno, perciò le evito e basta. 

Comunque sia, il Fuorisalone ha anche molti lati postivi, il primo fra tutti è cercare di sensibilizzare le persone sull'importanza che ha il  nostro impatto sul pianeta e sui modi in cui potremmo ridurlo, anche arredando la nostra casa e i nostri spazi urbani in modo diverso, più funzionale e meno inquinante. 
Anche se a molti del design d'arredo non glie ne frega un'acca, sono convinta che, almeno per una sorta di osmosi, qualche messaggio positivo passi.  Spero che lo spirito hipster del Fuorisalone lasci in eredità almeno l'uso della bicicletta, ma con i freni, per favore! 













sul ponte per via Tortona

la fila per attraversare il ponte che collega Porta Genova con via Tortona

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